Set 10

Il presidente del Livorno: se ci fosse stato il DAE sarebbe finita diversamente ma...

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Su Repubblica.it, il presidente del Livorno, Aldo Spinelli relativamente al'inserimento, nel registro degli indagati, del suo medico sportivo dichiara finalmente che forse, se ci fosse stato un defibrillatore, le cose sarebbero andate diversamente.

"....poi c'è stato il ritardo dell'ambulanza. Se fosse arrivata nei tre-cinque minuti con il defibrillatore forse sarebbe finita diversamente, ma lo lascio giudicare agli altri.".

Peccato che il defibrillatore c'era da subito e non è arrivato con l'ambulanza come lo dimostra questa foto

Vedete quel coso giallo a terra? E' il Laerdal Forerunner FR2, un defibrillatore.

Quindi se ci fosse stato un defibrillatore nei primi minuti forse sarebbe finita diversamente. Un defibrillatore era presente nei primi minuti. Quindi.....

Set 10

La morte del calciatore Morosini: medici indagati per mancato utilizzo del defibrillatore

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Come volevasi dimostrare. Lentamente ma la giustizia fa il suo corso anche nel caso della morte del calciatore Morosini avvenuta durante la partita di calcio Pescara - Livorno a causa di una malformazione congenita e la cui gestione del soccorso ha lasciato il sottoscritto e molti altri a dir poco basiti.

Per quella morte, forse inevitabile, ma sicuramente mal gestita a livello di protocolli di emergenza, sono ora indagati tre medici proprio a causa del mancato utilizzo del defibrillatore.

E scusate se riaffermo cose già dette ma dopo aver sentito in varie sedi, addirittura di lezioni universitarie di medicina di cui sono stato testimone ed ho anche la registrazione audio dove si sente affermare che il DAE non serviva perchè "TANTO ERA MORTO", sentire dicevo il perito ingaggiato dal p.m. dichiarare che: "la cardiomiopatia aritmiogena si era manifestata con una «fibrillazione ventricolare», concludendo che il defibrillatore andava assolutamente usato", beh mi fa ancora più rabbia perchè ho usato tante volte il defibrillatore in casi in cui non serviva, dopo magari oltre dieci minuti dall'arresto e invece li, dove serviva, dove sarebbe potuto essere stato applicato dopo meno di un minuto, mi fa solo tanta rabbia.

E pensare che era li, a disposizione. Ce n'erano tre. Addirittura uno sembra anche acceso. Bastava attaccare le placche e sentire il suo responso. Magari sentire un "scarica non necessaria, continuare con la rianimazione cardio-polmonare". Ma magari anche no.

Set 04

Una penna infrarossi per la WiiLD

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Il 27 Ottobre 2012, LinuxDay a Teramo, presenterò una realizzazione, fatta in casa, di una WiiLD ossia di una lavagna didattica, interactive board per gli anglosassoni,

realizzata utilizzando il controller Wiimote della console di gioco Wii.

Per ora ho realizzato la sola cosa che mi mancava, la penna ad infrarossi. Già in passato mi ero cimentato con la realizzazione di una penna ma con scarsi risultati

mentre, questa volta, con un po' di calma, la realizzazione è stata molto più pulita

e sono riuscito addirittura a nascondere la batteria all'interno del corpo del pennarello

Ho già testato la penna con un wiimote utilizzando la distribuzione linux WiildOs.

Adesso, il mio prossimo passo e tentare di utilizzare due controller Wiimote in modo da evitare il cono d'ombra causato dal corpo dell'operatore di fronte alla lavagna che, nel caso di un solo Wiimote, può bloccare la visuale della penna al controller interrompendo la lettura della posizione del cursore sulla lavagna. Stay tuned.

Set 03

Estrazione di corpi estranei dal retto

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Con fare discreto Marisa, infermiera del triage, apre la porta dell'ambulatorio e dice: "c'è una paziente con un corpo estraneo nel retto".

Devo dire che di questo tipo di problema, per ora, ne ho solo sentito parlare da infermieri e medici, ma mi ha sempre incuriosito la possibile metodologia di estrazione del corpo estraneo che, affinchè possa essere estratto senza intervento chirurgico deve essere

  • smusso
  • non frantumabile
  • palpabile alla esplorazione rettale

Nel video che segue, tra il serio e il faceto, viene spiegata una delle metodologie da applicare al pronto soccorso nel caso sopra.

Per ulteriori informazioni andate anche a leggervi il racconto del Dott. Carlo D'Apuzzo sul suo EMpills, pillole di medicina d'urgenza da cui è tratta la riga introduttiva di questo articolo

Set 01

Call me Maybe, le gnocche delle Cheerleaders e lo gnocco nostrano

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Tutti conoscete credo la canzone "Call me Maybe" della cantautrice canadese Carly Rae Jepsen.

Oggi voglio proporvi due alternative al video originale. La prima è la versione interpretata delle Cheerleaders della squadra di football americano Miami Dolphins da guardare in HD su uno schermo da almeno 90 pollici e ho detto tutto

La seconda è invece una bellissima parodia italiana della stessa canzone per farsi due risate e far ritornare il sangue in circolo dal posto dove s'era andato a nascondere nel video precedente

So, call me maybe.

Ago 31

Dove ti sei bloccato?

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Le persone si bloccano. Si dicono: "qui io mi fermo", "non ce la faccio più".

Sapete una cosa, questa è una bugia, perchè finchè si vive è possibile andare oltre.

Le persone pensano: "non posso smettere di amarlo", "non mi laureerò mai", "il mio uomo non vorrà mai dei figli da me, ma ormai chi mi si piglia", "nessuna ragazza vorrà mai mettermi la lingua in bocca".

Vi dico una cosa. Le persone scelgono sempre il momento di essere deboli, perchè ammettere i propri limiti è molto più facile ma la verità è che siamo noi a definire i nostri limiti cosi sappiamo dove fermarci. Ma è cosi che vogliamo vivere? Vogliamo davvero vivere cosi stressati? Malinconici? Depressi?

Il mondo è pieno di scappatoie dai propri fallimenti personali, pieno di religioni, pieno di sette, pieno di grandi ideali, pieno di droghe.

Ma mi chiedo, era questo il senso che volevo avesse la mia vita o è tutto una scusa?

Possiamo controllare le nostre vite molto di più di quanto crediamo. Ma spesso le persone non sanno neanche farsi queste domande. E allora che fanno? Le persone si bloccano, si bloccano e chiedono aiuto.

Ma ora c'è qualcuno a cui possono rivolgersi.

Se anche voi avete bisogno di aiuto seguite le cronache di David Rea, Emotional Trainer, psicologo dalla vita turbolenta e dal carattere duro e intrattabile ma la sua indubbia abilità e i metodi poco convenzionali lo rendono ricercato. In ogni episodio affronta e pare risolvere un caso di persone "bloccate" sentimentalmente, sessualmente o umanamente.

Where did you get Stuck, una web commedy esilarante realizzata da un team di italiani in lingua inglese ma con sottotitoli presenti. Buon divertimento.

Ago 03

Realizzare l'inimmaginabile con Arduino

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Arduino è una piattaforma hardware e software opensource per la semplice realizzazione di progetti elettronici. Masimo Banzi è uno degli ideatori della piattaforma nata in Italia, a Ivrea.

In questo video Massimo spiega la filosofia alla base della piattaforma Arduino e alcuni esempi tra le innumerevoli applicazioni già realizzate dalla comunità come la pianta che invia i tweet sul suo stato di salute.

Guardatelo, sottotitolato in italiano, e fatevi venire anche voi la voglia di realizzare qualcosa con Arduino.

Lug 30

Escursione all'eremo di San Marco

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Oggi voglio proporvi una breve ma intensa escursione all'eremo di San Marco, un romitorio incastrato nella roccia travertinica su cui pioggia il pianoro di San Marco, sopra ad Ascoli Piceno. Questo edificio storico, ben visibile dalla città in quanto illuminato durante la notte, vuoi per le segnalazioni quasi del tutto assenti, vuoi per il maggiore richiamo turistico del pianoro, è ai più sconosciuto.

Il percorso circolare che vi propongo si fa in meno di tre ore ed è abbastanza semplice avendolo fatto ieri io, maury, a cui appartengono molte delle foto seguenti, e i miei due figli di 7 e 9 anni.

Dato che la via "direttissima" per l'eremo è un'altra, più breve, ma meno suggestiva, che parte dal cimitero di Piagge e, in un quarto d'ora raggiunge il monastero, la via da noi scelta è meno trafficata e quindi meno evidente. E' quindi importante, se vi ci si reca la prima volta, avere dei riferimenti cartografici per evitare di perdere il sentiero.

Purtroppo avevo dimenticato a casa il Garmin e non ricordavo, almeno fino a 3/4 del percorso, di avere un applicativo GPS sul cellulare per cui, relativamente al percorso, vi riporto queste tre mappe e la parte finale del circuito ricavata dal cellulare

Il percorso inizia da un sentiero quasi di fronte al Sacrario

e si trasforma immediatamente in una ripida scalinata che porta sotto la rupe di travertino di cui è composta la base del pianoro.

Discesi alla base della rupe ci si ritrova in un fitto bosco formato da diverse specie tra cui felci, castagni e pioppi.  Dopo neanche cinque minuti ci si trova ad una biforcazione a Y, quella sulla destra più netta mentre quella sulla sinistra, meno accennata ma questo dipende molto da quanta gente ha recentemente fatto questo percorso.

Noi andremo verso sinistra ma prima, dirigiamoci verso destra dove raggiungiamo, dopo neanche un minuto, dei ruderi coperti da boscaglia, sono i ruderi del convento di San Lorenzo, abbandonato, nel XIII secolo, quando i suoi spazi divennero esigui per i molti monaci che, in quel periodo, si dettero a vita religiosa. Della struttura rimangono la macina ricavata dai monaci modellando un masso di travertino, una vasca ottenuta scavando un blocco di pietra, la cisterna dell'acqua e solo tracce intuibili delle mura perimetrali.

Abbandonando i ruderi proseguiamo ancora un po' su questa deviazione per raggiungere, dopo una breve salita, la grotta del Beato Corrado Miliani che vi morì, già in odore di santità, nell'anno 1289. La grotta è stata scavata nella roccia. Al suo interno si notano i resti dei fori per una probabile porta che chiudeva l'antro e un foro circolare scavato nella roccia usato forse per riporvi il cibo.

Proprio di fianco, la parete rocciosa travertinica viene usata dagli scalatori per allenarsi e lo si può notare dai chiodi fissati sulla parete e comunque non è raro trovare gente che si allena

Ritorniamo alla biforcazione e proseguiamo sul sentiero a sinistra. Qui ci aspetta una mezz'oretta di cammino su un sentiero non sempre ben identificato tra sali e scendi sempre immersi nel magnifico bosco del versante fino a raggiungere il famoso dito del diavolo, spuntone di travertino che buca il bosco, ben visibile da Ascoli, dal pianoro e da ampi tratti della strada che congiunge il pianoro ad Ascoli.

Anche lo spuntone viene utilizzato come palestra di roccia. Proseguiamo ci incanaliamo in una gola e raggiungiamo a breve un tratto di bosco pianeggiante che ci porta ad una radura che contiene i resti abbandonati di una fornace per la trasformazione del travertino di cui resta solo una gru li abbandonata che, come un pugno nell'occhio, deturpa la bellezza dell'ambiente.

Nella stessa radura, proprio di fronte alla gru, troviamo un'altra struttura particolare che sembra una rimessa per qualche tipo di animale non meglio identificato.

Proseguendo in questa direzione ci si immerge di nuovo nel fitto bosco e dopo una decina di minuti di salita si raggiunge finalmente l'eremo.

La prima emozione è quella di trovarsi in qualche tempio Maya, grazie al contrasto tra la costruzione in pietra e il bosco che la nasconde e la circonda.

La seconda emozione è per l'imponente scalinata ad arco che permette di scavalcare un imponente burrone.

Ma non è ancora tempo di salire all'eremo. Dirigiamoci invece sulla sinistra, scavalchiamo una fune d'acciaio e, sempre tenendoci alla fune, raggiungiamo uno sperone da cui è possibile ammirare da un lato la spendida veduta della città di Ascoli Piceno e, dall'altro, l'eremo incastrato nella roccia.

Mi raccomando, fate molta attenzione in questo punto, reggendovi bene al cavo d'acciaio in quanto, anche se non sembra visto che intorno alla passerella rocciosa è tutto fitto di verde, in realtà siete circondati da tre lati da un ampio burrone che supera i cento metri di altezza quindi occhio.

Ritorniamo quindi indietro e saliamo alfine all'eremo. Ci attende un primo piano formato da un ampio salone con tetto a barilotto costruito in blocchi squadrati in travertino in cui si intravvedono, ricoperti da vari graffiti lasciati da vandali e incivili ragazzi, i predecenti graffiti che ricoprivano i soffitto.

Tramite un'altra scala raggiungiamo l'ampio salone, al piano superiore, il cui tetto è formato dalla nuda roccia della montagna da cui pendono piante e erbe rampicanti.

Il salone contiene tre monumenti funebri e un ampio altare forse usato, in passato, per le messe. Dalle finestre possiamo invece ammirare il bellissimo panorama sulla città.

Superando un breve tratto scoperto (occhio alle vertigini), raggiungiamo invece la struttura che accoglieva, in passato, la campana del convento

Scendendo dall'eremo ci dirigiamo sul sentiero che ci porta a casa. Stavolta non scendiamo lungo il sentiero in discesa che ci ha  portato all'eremo ma proseguiamo dritti e dopo cinque minuti raggiungiamo il bivio del percorso 1 che porta, da un lato alla frazione di Piagge e, dall'altro ci riporda al pianoro.

Prendiamo ovviamente questa seconda via che, tutta in salita, in mezz'ora ci riporta nella piazzola dove abbiamo lasciato la macchina.

In definitiva una breve ma intensa escursione con un sacco di cose da vedere condensate in un pomeriggio immersi nella natura. Se volete potete fare il tragitto nella mattinata e poi approfittare dei prati del pianoro del colle San Marco per un gustoso picnic all'aria aperta.

Lug 27

Biologia, a domanda rispondo

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Anche Biologia è andata direi anche abbastanza liscia. Stavolta la memoria ha fatto meno cilecca delle altre volte, ho solo dimenticato solo un termine "peptidoglicano".

Comunque, le domande che mi sono state rivolte, a futura memoria, e per i colleghi che ne dovessero avere bisogno

  • La membrana cellulare
    • E via all'omeostasi, ai fospofilipi, parte idrofoba e idrofila e chi più ne ha più ne metta
  • Le proteine di membrana
    • Cosa sono, a cosa servono, i tre dominii.
  • Come fanno le proteine di membrana ad arrivare sulla membrana pur avendo zone idrofile
    • Produzione nel RER, Golgi e trasporto sulla membrana, configurazione alpha e beta foglietto
  • I microtubuli
    • Dimero, elica, polarità, stady-state, MTOC
  • A cosa servono
    • Fuso mitotico, ciglia 9+2, centriolo 9*3, trasporto
  • Come avviene il trasporto sui microtubuli
    • Chinesina, dinesina
  • Ok, ma come avviene il trasporto
    • Grazie all'ATP
  • E cosa fa l'ATP
    • Si lega alle molecole di chinesina e dineina e ne cambia la configurazione 3D della struttura secondaria di tali proteine
  • Archeobatteri in cosa si differenziano dai batteri
    • Legame etereo invece che estereo e quindi grande resistenza, li troviamo in luoghi "impervii"
    • Il famoso peptidoglicano che non mi usciva