Monte Brancastello via Vado di Corno in notturna

Share
Tempo di lettura: 8 min

Quello che voglio raccontarvi oggi è una bellissima escursione, eseguita in notturna nella notte tra il 13 e il 14 Agosto, che ci ha portato dalla piana di Campo Imperatore, passando per Vado di Corno, su su fino alla cima del monte Brancastello.

Il percorso si sviluppa da quota 1805 della piana per raggiungere la vetta del monte Brancastello a quota 2368 per un dislivello di 664 metri.

Monte Brancastello via Vado di Corno - Percorso andata - File sorgente .gpx

Il tracciato è abbastanza semplice ed è classificato come escursionistico (E) anche se in alcuni passaggi bisogna aiutarsi con le mani e non è certo consigliato per chi, come il sottoscritto, soffre di vertigini visto che sviluppa principalmente a mezza cresta, specialmente sul versante aquilano con ampi tratti in cresta da cui si ha piena visuale sulle due vallate, quella teramana e quella aquilana.

Ma non lasciatevi spaventare. Il percorso è comunque agevole e quello che può sembrare una difficolta, è in realtà la bellezza di questo viaggio e, soprattutto di notte, sul versante teramano, con l'occhio che spazia dalle luci dei paesi della val vibrata fino alle luci della zona dei grandi alberghi di Montesilvano e del pescarese, non si può non restare innamorati di questa cresta che regala sensazioni uniche.

Ma andiamo per ordine. Il punto di raccolta della spedizione è alla base della funevia che porta a Campo Imperatore, a Fonte Cerreto. La temperatura qui è ancora estiva e dopo una breve attesa ci compattiamo con gli altri e partiamo per la prima parte della spedizione, di carattere culinario: la cena al rifugio Fonte Vetica, alla base del Vallone di Vradda nel versante sud-ovest del Monte Camicia.

Della cena ricorderemo sicuramente il simpaticissimo cameriere un po' fuori di testa, gli ottimi gnocchi spinaci e gorgonzola, le pallotte e la grave mancanza, per un rifugio di alta montagna abruzzese, di arrosticini (non li fanno) e di salsicce (finite). Altrettanto grave la mancanza di contorni. L'unica cosa rimasta erano queste bistecche agricole

Spazzolati i primi e gli arrosti mancano solo i pomodori e poi siamo pronti
A quanto sembra io e maury siamo proprio sfortunati con i rifugi di montagna, vedi la storia del panino con il ciuscolo sul monte Vettore.

L'uscita dal rifugio con la pancia piena è una delle cose più traumatiche di tutta la giornata con la temperatura esterna scesa già intorno ai 15 gradi che costringe a mettere su e tenersi ben stretto il pile.

Rifocillati e con la pancia ben coperta ci rechiamo quindi sul luogo della partenza, una strada bianca che si dirama da una delle curve prima dell'arrivo a Campo Imperatore. Qui incontriamo l'altro gruppetto di amici che ci accompagnerà su questa bella scalata al Bancastello.

Il tempo di mettere il cappello perchè la temperatura è scesa ulteriormente e sembra quasi di essere in inverno, inforcare gli scarponi, le bacchette, mettere lo zaino in spalla e siamo pronti a partire.

PICT0005

Il primo tratto di strada, leggermente in salita è larga abbastanza da permettere il passaggio di auto. Questo tratto ci permette di assestare l'attrezzatura, riscaldare le gambe e ci fa capire che, complice la luna piena alta nel cielo terso, non sarà necessario alcun tipo di luce artificiale anche se il vostro uomo, per fare figo, ha acceso una barretta di luce chimica verde.

PICT0010

Questo tratto iniziale viene percorso in una quindicina di minuti e ci porta al Vado di Corno a quota 1924 metri, punto in cui si potrebbe svalicare per raggiungere il versante teramano e anzi, noi che eravamo davanti alle nostre guide, abbiamo preso appunto questa strada ma veniamo subito richiamati all'ordine quando ci accorgiamo che quelli dietro di noi si trovano ora sopra le nostre teste.

Il percorso corretto, arrivati al vado, si trova invece sulla destra, salendo repentinamente sulle rocce per una ventina di metri

PICT0013

si raggiunge infatti una zona pianeggiante pratosa che ci da un primo assaggio di quello che ci aspetta in vetta. Da un lato infatti il maestoso Corno Grande si staglia cinereo sul nero del cielo

PICT0014

e, a valle, le luci dell'A24 e dei paesi delle vallate settentrionali del teramano

PICT0015

Brevissima sosta fotografica e siamo di nuovo in marcia. Per la successiva ora il percorso si alterna tra stretti sentieri che tagliano  ripido il versante aquilano, piccole selle tra un'altura e l'altra che ci danno uno scorcio sempre più ampio del versante adriatico e passeggiate sulla cresta sempre comunque sufficientemente ampia.

Diciamo che i punti più brutti per chi, come me, soffre di vertigini sono il passaggio sopra alla grande frana bianca di Lama Bianca, non quella del 2006, ma quella più grande che, da basso, si vede a sinistra del traforo, e il lungo percorso a metà cresta. Il primo perchè dall'alto, la parete rimasta che cade a strapiombo sulla vallata fa veramente paura e passargli vicino in punti stretti dove si ha da una parte questo strapiombo e dall'altro il crinale verso l'aquilano mette strizza, il secondo perchè, soprattutto di notte, l'impressione di essere in alto e su un dirupo scosceso fa sembrare la cosa più difficile di quella che non è anche a causa del sentiero veramente stretto. Di giorno questa seconda parte mi ha fatto molto meno paura mentre la prima rimane comunque da brivido.

Ma tornando alla passeggiata, devo dire che questo percorso è molto subdolo. Te la fa ricredere fino all'ultimo, pensi di essere quasi vicino alla vetta che invece ti sfugge di continuo e non arriva veramente mai. E quando quasi ci sei, ti tocca spararti due strappi che ti portano da quota 1900 a quota 2200 e poi dopo una piccola pausa, da quota 2250 alla vetta

Discesa dalla vetta

Basta vedere il rateo dei grafico di salita per capire che la maggior parte del dislivello è lasciato tutto alla parte finale del percorso.

E poi, ad un certo punto arrivi su di una sella e chiedi: "Beh, dov'è la vetta"? E ti viene indicata una collinetta stupida stupida con una targa in cima.

Cima occidentale del monte Brancastello

A parte gli scherzi, vi sono due cime del Brancastello, separate l'una dall'altra da una sella e distanti una trentina di metri. Decidiamo prima di raggiungere quella nella foto sopra, sul versante aquilano perchè più alta e rocciosa quindi inadatta all'accampamento. In un minuto siamo sopra e, d'obbligo, la foto di rito

PICT0051

Sull'altra invece ci godiamo dapprima la veduta della vallata del teramano illuminata dalle luci dei vari paese riuscendo a riconoscere i comuni della costa, da Tortoreto fino a Montesilvano e l'inizio di Pescara.

PICT0045

mentre, di fianco, maestoso, svetta il monte Prena su cui sta sorgendo la costellazione di orione

PICT0066

Se a tutto questo unite la presenza delle stelle cadenti e c'è chi, l'altra sera, ne ha viste fino a 29, allora il tutto diventa uno spettacolo mozzafiato.

Sono ormai le 4:00 quando decidiamo di stendere i sacchi a pelo per un riposino di un'oretta prima dell'alba. La temperatura esterna è di 5 gradi, poco sopra il punto di massima densità dell'acqua e ad un passo dal punto di congelamento. Non male per essere, ormai, il 14 Agosto.

PICT0065

Un'ora s'era detto e tanto è stato. Alle cinque in punto, come uno strillone d'altri tempi, una dolce pulzella attraversa l'accampamento come un'assatanata gridando: "E' l'alba, è l'alba, sveglia, sveglia". Ovviamente non possiamo fare altro che aprire i nostri poveri occhi che però subito gioiscono nel vedere lo spettacolo che ci si presenta all'orizzonte

Sveglia all'alba o per l'alba

ma non prima di aver indossato tutti gli strati di "pelo" disponibili

Come si vede siamo preparati alle bassissime temperature della notte

Nel frattempo, nonostante fossero le 5 del mattino, ecco sopraggiungere un altro gruppo di ragazzi che, appena arrivati, si spogliano dei vestiti umidi di sudore e si piazzano in vetta pronti a rimirar l'alba che sporaggiunge.

Alba sul Monte Brancastello

Ed, alla fine, timido timido, ecco fare capolino il sole

PICT0091

che, illuminando con i suoi raggi obliqui il paesaggio, tende ad esaltare ancora di più la bellezza delle vette che ci circondano.

Corno Grande dalla cima del monte Brancastello

Giusto il tempo di un goccio di caffè caldo, un savoiardo siciliano, un tocchettino di cioccolata, due barrette ai cereali, una tortina alla carota e chi più ne ha più ne metta e siamo pronti per scendere a valle.

Ovviamente anche la discesa di ritorno è carica di momenti suggestivi e rivedere e riscoprire i paesaggi che, durante la notte, si è solo intuito è un'emozione fantastica.

Anche il fatto che i tratti più in pendenza sono ora all'inizio del percorso, fa si che la discesa non sia poi cosi faticosa per le ginocchia e per le articolazioni. Una volta passati i primi strappi iniziali si procede su un pendio in lieve pendenza e si può ammirare appieno il sole che illumina il teramano e inizia a lambire con i suoi raggi la vallata aquilana.

PICT0097

e, per tutto il percorso, di fronte a noi, il massiccio del corno grande che ci ricorda che quella che stiamo concludendo è solo una tappa e che altre sono le "vere" fatiche.

PICT0098

Ma anche se la discesa non è una "vera" fatica, c'è sempre però il momento e la scusa per un riposino sulla strada del ritorno

Anche durante la discesa è d'obbligo un po' di riposo

L'ultimo tratto, quello da vado di Corno alle auto risulta invece veramente lungo e noioso in quanto non ci regala nulla e, giunti al termine, non vediamo l'ora di mollare lo zaino in auto e liberare i piedi dagli scarponi.

Conclusione della giornata, prima di un bel cappuccino con brioche a Fonte Cerreto, una foto è d'obbligo sul laghetto su cui si specchia il Corno Grande.

Panorama della piana di Campo Imperatore di fronte ad uno stagno

Per concludere i vari riferimenti alle risorse online su questo evento.

La traccia GPS su Garmin Connect

La traccia GPS su GPSies.com

Tutte le mie foto

Le foto di maury. Anche molte di quelle sopra sono di maury, le riconoscete perchè sono le più belle 🙂

Le foto di Luciano

L'evento su Facebook.

Il resoconto dell'evento sul blog di maury.

2 thoughts on “Monte Brancastello via Vado di Corno in notturna

  1. Tnx a lot per l'apprezzamento delle foto, fratè.

    Oh, "anche se il vostro uomo, per fare figo, ha acceso una barretta di luce chimica verde." . Stavolta un "figo" un po' inutile, ammettilo. 😀

    Che poi quella lampada chimica faceva luce anche quando te la sei insaccata nei pantaloni...

    Gran bel resoconto. 😉

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *