Ago 03

Don't Worry, Be Happy e le reti neurali

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Tempo di lettura: 2 min

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Chi ha scritto la celebre canzone "Don't Worry, Be Happy"? Di primo acchitto uno direbbe Bob Marley e invece no. La canzone è stata scritta da tale Robert "Bobby" McFerrin.

A leggere la sua biografia sembra un tizio veramente interessante. Innanzitutto, tutta la parte strumentale di "Don't Worry, Be Happy"  è tutta realizzata con suoni prodotti da McFerrin stesso e poi mixati in fase di produzione. Tant'è che McFerrin è il creatore della musica beatboxing.

Personaggio veramente eclettico che, ad esempio, non contento del suo successo come cantante e jazzista decide di studiare direzione d'orchestra, prendendo lezioni da Bernstein, Meier e Ozawa e dirige cosi l'Orchestra Sinfonica di San Francisco, la New York Philharmonic  e, nel 2007, si è esibito al Teatro alla Scala di Milano dirigendo la Filarmonica della Scala.

C' è ora però da chiedersi come mai questo mio interesse per lui e che attinenza abbia con le reti neurali che, per chi non lo sapesse, sono dei modelli matematici che, prendendo ad esempio le interconnessioni dei neuroni celebrali, tentano di approcciare la soluzione a problemi nell'ambito scientifico tramite la modifica di interconnessioni tra strutture matematiche. Pensate ad esempio a come, dopo qualche anno di apprendimento, tutti noi riusciamo a salire le scale senza problema e pensate a come, questa cosa, sia ancora difficilissima da "insegnare" ad un robot.

Beh, in una sua apparizione al World Science Festival 2009, Bobby McFerrin dimostra quanto sia facile programmare dei cervelli umani, quelli dei poveri spettatori, mentre è cosi difficile programmare un robot a salire le scale.

Se alla fine non capite cosa ci sia di spettacolare in tutto ciò, l'articolo di Matteo Flora, può darvi una mano a comprendere la bellezza di ciò che accade nel filmato sopra.